
Ciò che di meglio realizziamo nella vita è FATTO CON LE MANI.
Vale per le opere d’arte, le coccole, i gestacci e le indicazioni. Vale anche per la comicità che va anche scritta, poi corretta, su fogli spesso bagnati da lacrime di risate o di sconforto.
FATTO CON LE MANI è uno show di standup comedy per un pubblico partecipe e giocherellone. Sorprenderà chi si avvicina per la prima volta al genere del momento come i più scafati in materia.
Sì, Andrea Pugliese lo farà parlando e lo show poteva anche chiamarsi anche FATTO CON LA LINGUA ma il titolo avrebbe penato a trovare spazio sui social e nel passaparola tra gli intenditori.
Con questo spettacolo – premiato al Festival Roma Comic Off 2024 nelle categorie Miglior Attore e Miglior Monologo Comico – Andrea Pugliese coinvolge e travolge parlando (anche, forse) di Depilazione, Saune, Intelligenza Artificiale, Turismo, Paure, Tasse, Ex, Navi Scuola, Clima.
Andrea Pugliese è nato a Genova. È autore di numerosi romanzi, saggi, biografie e sceneggiature. Da alcuni anni si dedica con successo a una ficcante standup comedy ottima per turbare i pubblici contemporanei. Avrebbe l’età per andare a nanna presto ma mette a letto la famiglia e esce la notte per esibirsi nei locali e nei teatri di Roma, dove abita, e ovunque ci sia un microfono acceso e orecchie curiose e senza pregiudizi.
drammaturgia di Roberta Amato e Giorgia Boscarino
con Roberta Amato, Giorgia Boscarino, Luana Toscano
regia Nicola Alberto Orofino
produzione associazione culturale Madè
La felicità, uno spettacolo tutto al femminile che racconta la storia di tre donne della Catania del 1968, chiuse in casa, mentre fanno cose da femmine.
Si tratta del racconto di tre donne nella Catania del ‘68, donne che fanno cose da femmine. Recluse nei perimetri dei propri ruoli di genere e degli spazi, in cui la società le ha relegate.
La prima: una zitella, tutta casa e chiesa, baciapile e bacchettona, intollerante e maschilista. Felice nel suo bigottismo. La seconda: una donna sposata con un uomo che non c’è mai perché si spacca la schiena, ma non le fa mancare niente… il televisore, la lavatrice, una 1100D, il corredo della Paoletti, l’iris la mattina, le calze di nylon, la carne Montana, la dispensa sempre piena, il capezzale della Madonna sopra il letto… Una vita consumata dentro una gabbia dorata… bisogna crearsi delle belle JAGGIE, comu l’acidduzzi, accoglienti, con i trespoli e la scagghiola, piccole jaggie dove ritornare, sempre. Felice nella sua prigione. La terza: una donna sposata con un imprenditore. Anche lui non c’è mai, ma a differenza dell’altra, lei ha letto i giornali di collettivi femministi…questi posti dove mi pare di aver capito che si incontrano le donne e parlano dei loro problemi, tutti i problemi, anche quelli… diciamo… va…privati. Comincia a sentire dentro di sé un desiderio di indipendenza, comincia a non sopportare più la subordinazione nei confronti del marito, vuole trovarsi un lavoro, comincia la sua rivoluzione. Troverà la felicità quando avrà il coraggio di abbandonare la sua gabbia… il marito non me lo sono saputa tenere, ma neanche lui si è saputo tenere me.
NOTE DI REGIA NICOLA ALBERTO OROFINO
Fuori e lontana c’è la Catania che cresce, si allarga, s’allonga, si stira, come un pane in pasta, la Catania dei cantieri edili, con l’ambizione e la speranza di diventare la Milano del Sud. L’infelicità di queste donne ci appartiene, nonostante la storia sia ambientata nel ‘68, perché ci accorgiamo che dentro quel racconto ci siamo anche noi, qui e ora.
Per raccontare questa storia utilizzeremo solo per finta l’immaginario di ieri. Quelle donne le trovi ancora nei quatteri delle nostre città di provincia. Tali e quali, fissate in eterno, sospese e bloccate, a recitare senza interruzione il rosario della loro esistenza, sempre uguale, sempre quello, in ogni epoca… Il loro racconto svela desideri, crucci, angosce, speranze di noi tutti. La loro in-felicità ci appartiene e ci sconquassa quando ci accorgiamo che dentro quel racconto ci siamo anche noi, qui e ora.
Cosa cavolo è la felicità…? Ce lo chiediamo di continuo, la cerchiamo sempre, ne banalizziamo il significato, ci disperiamo per la sua mancanza… ma che cavolo è la felicità?
Forse è quella cosa che assomiglia a come mi immagino possa essere stato (nella mia fantasia) il Sessantotto…
Una miccia sempre accesa e che non si spegne, come il vulcano, l’Etna, che ci minaccia e ci accoglie. Il suono inconfondibile delle voci disordinate dei quatteri catanesi, che sono la nostra contestazione perenne. Il colore delle basole della città nera da cui sbummica feto e cauru, che sono la nostra lotta dura di sempre.
La felicità è come immagino sia stato il Sessantotto… Un obiettivo che mai si raggiunge, un tentativo di cambiamento nel privato, un amore che ha la forza di esplodere, una confessione che ha l’urgenza di diventare rivelazione, una scoperta che si ha il coraggio di gridare in faccia a tutti…
Siamo a un bivio…Ve piacerebbe! Non c’è neanche più il bivio, la strada a destra è già distrutta, in fiamme, scende sempre più nella voragine, game over. La strada a sinistra, fa schifo uguale, ma almeno non nega il cambiamento climatico. Ieri dovevamo imparare semplicemente a usare gli i mezzi pubblici e buttare la plastica nel giusto contenitore e guardare com’è finita. Oggi dobbiamo riuscire a miniaturizzare il potere del sole per alimentare le città. Grazie tante papà. Io non vi voglio chiedere troppo, KM 0 è davvero chiedervi troppo, ma almeno partiamo da una prossimità, KM 1 almeno.
Uno spettacolo di stand up comedy per ridere e riflettere sui problemi ambientali, con uno come voi che per capirne qualcosa ha dovuto studiare e che l’astate a 40 gradi non la può più soffrire.
Valentina Medda nasce – e già questo le sembra un clamoroso abuso di potere.
Vive a Siracusa la prima fanciullezza, sognando di diventare l’erede di Enrico Papi. Ritenendosi inadeguata persino nei confronti della questione meridionale, si dà presto alla fuga e approda prima a Pisa, poi a Madrid, infine a Roma, dove attende di essere incoronata imperatrice del Sacro Romano Pigneto.
Attrice, autrice, comedian con un discreto fetish per il co.co.pro. e una forte dipendenza da lavori sottopagati, ha fatto del multitasking pressapochista una ragione di vita e l’ennesima scusa per lamentarsi.
Virale il suo tutorial “Come lucidare le paillettes con le lacrime in 3 semplici mosse”, tributo alla nobile tradizione della tragedia greca. Intesta la paternità del precariato a Craxi, Andreotti, Berlusconi, ma solo perché sono morti tutti prima di molestarla.
È ossessionata da Roberto Saviano, ma lui la vede solo come un’amica.
Contro il logorio della vita moderna e nell’estremo tentativo di evitare un ictus precoce, di recente si è dimessa da uno dei suoi 17 lavori, così da poter gestire l’ansia, il futuro, i desideri. Dice… Voi fermatevi ad ascoltarla.
Un mix di cinico disincanto e di delicata fragilità: la confessione di una disperazione così mainstream, da rivelarsi esilarante.
La vita è un viaggio che hai prenotato con lo stesso tour operator di tutti gli altri. E come in tutte le mete gettonate, ci ritroviamo tutti in fila aspettando il nostro turno: la nostra prima volta, il nostro lavoro, la nostra famiglia, la nostra fede.
Io non sono ancora tornato dal viaggio (anche perché se così fosse sarei morto e non avrei potuto scrivere quello che tu stai leggendo in questo momento), ma in compenso ho già visto qualcosa che vale la pena raccontare.
E se dovessi avere una sorta di deja vù ascoltando la mia storia non temere: perché non c’è nulla di più ordinario e comune di ciò che crediamo ci renda straordinari.
BIOGRAFIA
Antonio Micali nasce a Messina, cresce a Giampilieri, vive a Roma e va avanti così!
Lavora come consulente digital per Rai Radio2 e dalla fine del 2020 si esibisce come stand up comedian. Insieme a Giulia Romanelli fa parte del collettivo “Questo non è un microfono” col quale organizza rassegne di stand up comedy su Roma. Nel 2024 si esibisce per la prima volta nel programma “Broncio” condotto da Edoardo Ferrario e Francesco De Carlo.
Teatro dei 3 Mestieri, S.S.114 km5,600 Messina
Ingresso accanto al distributore Esso – si prega di non parcheggiare all’interno del distributore ma di usufruire del parcheggio gratuito sulla Strada Statale
ORARIO SPETTACOLI : ore 21.30
Info e prenotazioni 090.622505 – 349.8947473 info@teatrodei3mestieri.it